Il 2 giugno è il giorno della Festa della Repubblica italiana. Giorno in cui, nel 1946, un referendum sancì la fine della monarchia sabauda e l’inizio della Repubblica, la rinascita dell’Italia dopo la tragedia del fascismo, dopo le bombe e la guerra, la speranza di una vita nuova.
Se tutto ciò potesse essere condensato in una singola immagine, la fotografia scelta sarebbe quella che vede una giovane donna sorridente che sventola alto sulla testa il Corriere della Sera con il titolo È nata la Repubblica italiana. Il bel volto della ragazza « buca » letteralmente la pagina del giornale ed ha assunto negli anni lo status di immagine-simbolo.



A ricostruire la storia per intero sono Mario Tedeschini Lalli e  Giorgio Lonardi, due giornalisti investigativi che hanno impiegato anni per risalire a quel giorno, e a quel momento in cui la macchina fotografica fece *clic*.

Qual è la storia dietro questa foto? Come ha fatto negli anni a diventare uno dei simboli della nostra Repubblica? Per iniziare, non fu una foto spontanea: fu studiata e preparata con accortezza da Federico Patellani che all’epoca lavorava per il settimanale Tempo. Era quella l’epoca in cui si credeva nella forza delle immagini perfino più di oggi, un vezzo ereditato dalla stampa americana che puntava praticamente tutto sulla forza delle sue fotografie e delle sue copertine.
Federico Patellani era in realtà un avvocato, passato poi dietro la macchina fotografica per documentare la campagna di Russia (periodo di cui, purtroppo, si sono persi la maggior parte dei suoi documenti fotografici). Rientrato in Italia, Patellani assiste al bombardamento di Milano e documenta la vita della gente tra le macerie prima di spostarsi sulla Linea Gotica, verso Montecassino, testimone della lotta senza quartiere tra truppe Alleate e Nazisti.

Ma torniamo a quel 2 giugno.
Dagli archivi originali, nella foto il volto della donna appare leggermente diverso, facendo sorgere il dubbio che ci sia stato qualche ritocco addizionale prima della pubblicazione (nulla di male in ciò, era pratica comune all’epoca come lo è oggi). Nei rullini si possono trovare numerosi scatti che vedono protagonista la ragazza, prova evidente che la foto è stata tutt’altro che spontanea: lei mentre legge il giornale seduta, o mentre è appoggiata ad un muro, o un’altra ancora con il pugno alzato ed il giornale aperto nell’altra mano.
Patellani ha poi l’idea vincente: eseguire una ventina di scatti mentre la giovane infila la testa tra le pagine del giornale, inclusa la mano sinistra (il che spiega il buco in alto a destra sulla pagine del Corriere). Tra i numerosi scatti, viene scelto quello con il sorriso più bello.

Abbiamo parlato del fotografo e dello scatto, ma chi era la ragazza?
Dopo anni di indagini, da una fonte anonima salta fuori un nome: Anna Iberti, deceduta nel 1997.
Anna aveva 24 anni in quel 2 giugno del 1946 ed era impiegata amministrativa per il quotidiano Avanti!. Si sposerà qualche anno più tardi con Franco Nasi, giornalista in quella stessa redazione e in seguito inviato della Stampa, e vicedirettore della Domenica del Corriere, tra le altre cose.
La foto fu scattata proprio sul tetto del cosiddetto « Palazzo dei giornali » a Milano, in Piazza Cavour dove l’Avanti! aveva la sua redazione, a far quadrare i conti sull’identità della giovane modella.
Per quale motivo, e attraverso quali intrecci, Patellani scelse proprio Anna per quella celebre fotografia…è un mistero che resterà insoluto.

Giovanni Canzanella
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Rédacteur et webmaster de RADICI