Fu in questo stesso giorno, nel 1908 che la leggenda della Olivetti vide la luce. Camillo Olivetti, insieme ad altri dodici soci, creò la società che avrebbe rivoluzionato il futuro della comunicazione, con un capitale di 350.000 lire, allo scopo di progettare e costruire macchine per scrivere. Ma era solo l’inizio. Ebbe inizio ad Ivrea, dove si sviluppò la fabbrica che, anno dopo anno, crebbe fino ad abbracciare la produzione di calcolatori elettronici e poi personal computer. Sarà poi Adriano Olivetti, figlio secondogenito di Camillo e di Luisa Revel a decretare la fama immortale della Olivetti, quando progettò (con l’architetto Carlo Scarpa) ed aprì il primo negozio nel 1957, a Venezia. La novità era nel fatto che, più che un negozio, era un vero e proprio showroom, non dissimile dai moderni negozi Apple (al punto che più di un commentatore ha ipotizzato che Steve Jobs si sia ispirato proprio dai negozi Olivetti di New York per i suoi Apple Store). Nel 1965, il salto: il primo vero personal computer, Programma 101. Fu venduto in 40mila esemplari e perfino la NASA utilizzò la sua potenza di calcolo per i suoi programmi spaziali Come imprenditore, Olivetti investì i profitti aziendali a beneficio della comunità dei suoi lavoratori, creando biblioteche, asili nido, sale di concerto e sale di risposo nella sua fabbrica di Ivrea, rendendolo amatissimo dai suoi impiegati e diventando il più ammirato e celebrato imprenditore italiano nella storia.
Giovanni Canzanella
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Rédacteur et webmaster de RADICI