Osservando la politica italiana, si ha la sensazione di uno smarrimento, un disorientamento che ricorda oggetti dimenticati in un angolo polveroso di una stazione ferroviaria. Ma se dobbiamo essere onesti, questo senso di perdita riguarda soprattutto la Sinistra. Non più laboratorio di futuro, ma riflesso sbiadito di un passato che non torna, intrappolata in una spirale di autocritica e indecisione.

La Destra, al contrario, avanza con passo sicuro. Intanto governa, o forse, sarebbe più giusto dire, comanda. Perché non c’è dubbio che Giorgia Meloni stia giocando la partita con destrezza: libera ostaggi, sigilla accordi internazionali, gestisce il potere con l’abilità di chi conosce le regole del gioco. Poco importa se poi, realmente, la giustizia arranca, la sanità pubblica si sfalda e la scuola viene riformata pensando che basti il ritorno al latino piuttosto che con una visione per il domani. Ma per una certa politica, ciò che conta è il gesto, il simbolo, la narrazione. L’importante è dare l’impressione di avere il controllo, anche quando la realtà racconta altro. E sono molti a cadere nel tranello.

Mentre dunque Meloni muove le sue pedine con strategica freddezza, la Sinistra si guarda allo specchio cercando un senso. Il poeta-cantante Franco Battiato parlava di un “centro di gravità permanente”, ma qui la questione non è trovare stabilità: è riscoprire un’identità. Si continua a discutere sulla superficie: oggi parla di coalizione larga, domani stretta, dopodomani un nuovo Centro cattolico. Quello il sogno dell’Ulivo di Romano Prodi, ricordate, che è ormai storia. Anche perché i cattolici, prima ancora che dispersi tra Destra e Sinistra, sono sempre meno anche in chiesa. Ecco, si cercano soluzioni nella nostalgia invece che nella realtà.

E così, la Destra in Italia pur camminando divisa, governa unita. La Sinistra, invece, si frammenta senza mai ricomporsi. Questo è un dato di fatto. Il PD e il Movimento 5 Stelle si rincorrono senza trovarsi, mentre il Paese aspetta risposte concrete. Perché chi vive ai margini, chi teme di perdere il lavoro o non trova una casa, chi si sente un numero in un pronto soccorso, non si entusiasma più per i giochi di alleanze politiche. La gente ha bisogno di una visione chiara, di risposte che tocchino la vita quotidiana, non di equilibri tattici che crollano alla prima scossa.

E nel frattempo il mondo cambia. Con l’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca, l’America vuole ridisegnare il futuro alla sua maniera, con una velocità che la politica fatica a comprendere. La partecipazione di Giorgia Meloni alla cerimonia di insediamento di Trump, come unica leader europea presente, non è solo un fatto simbolico: segna un allineamento strategico. E mentre il predatore Trump punta a ridisegnare il mondo come fosse una sua proprietà privata, Elon Musk sogna di riprogrammare l’umanità come un algoritmo e spedirla su Marte, e intanto qui sulla Terra le disuguaglianze si allargano e il pianeta soffoca. 

Resta da vedere come questo influenzerà le dinamiche interne all’UE e quale sarà l’effettivo ruolo dell’Italia nello scacchiere internazionale nei prossimi anni senza correre il rischio che la sua scelta atlantista possa marginalizzarla in Europa.