93 anni e una carriera impeccabile, iniziata sulle reti televisive italiane con la direzione dello sceneggiato (quello che oggi chiameremmo più semplicemente « serie » ) Il giornalino di Gianburrasca e della trasmissione musicale Canzonissima.
Lina Wertmüller, nonostante quel cognome teutonico, quasi minaccioso, metteva nelle sue opere tutto il suo senso dell’umorismo da italiana del sud; era nata a Roma in realtà, ma con Napoli e il sud ebbe sempre un rapporto speciale (al punto che la stessa città partenopea le offrì la cittadinanza onoraria).
Il suo partenariato artistico con Giancarlo Giannini fu esplosivo, di quelli che avvengono una sola volta nella storia, e con questo attore straordinario firmò film come Mimì metallurgico ferito nell’onore (1972) , Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto (1974) e Pasqualino Settebellezze (1976); quest’ultimo le valse una candidatura all’Oscar davvero speciale, poiché Lina fu la prima regista donna nella storia ad ottenere questo onore.
«Mi ha insegnato come stare davanti a una macchina da presa, come pormi, gesticolare» ricorda Giancarlo Giannini «Se il suo sguardo non si fosse soffermato su di me forse avrei avuto un destino diverso, da perito elettronico. Oggi, se sono qui, riconosciuto come un attore a livello internazionale, è grazie a lei».
Le parole di Giancarlo Giannini sono commosse e veritiere: Giannini è oggi un interprete internazionale di altissimo livello (suo è il ruolo di René Mathis, al fianco dello 007 Daniel Craig in Casino Royal e Quantum of Solace) e da doppiatore ha prestato la voce ai più grandi attori di Hollywood come Al Pacino e Jack Nicholson.
Nel 2020, Lina Wertmüller conquistò infine il suo Oscar holliwoodiano alla carriera, consegnato alla presenza della bellissima Isabella Rossellini. L’Oscar fu forse un po’ tardivo, ma la motivazione dietro quell’Oscar fu memorabile: «per il suo provocatorio scardinare con coraggio le regole politiche e sociali attraverso la sua arma preferita: la cinepresa».
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