Un’onda che in poco tempo ha travolto altri grandi nomi di Hollywood, tutti chiamati a rispondere di molestie o violenza. Un domino che negli Usa ha costretto alle dimissioni il direttore degli Amazon Studios, Roy Price, e due impiegati della Fidelity Investments a Wall Street, mentre in Svezia 456 attrici hanno firmato una lettera aperta in cui hanno raccontato anni di abusi sessuali da parte di registi e superiori, e nel Regno Unito il Parlamento trema ancora grazie all’inchiesta ordinata dalla premier, Theresa May. Nei mesi scorsi, sulla scia del caso Weinstein, le campagne con cui s’invitavano le donne a raccontare sui social molestie e violenze, hanno fatto emergere la parola di migliaia di donne che pur non avendo mai denunciato per paura di non essere credute o di essere giudicate, hanno trovato il coraggio di parlare facendo emergere il fenomeno come non era mai successo prima.
C’è ancora molto da fare
Dopo il caso Weinstein, il potente produttore di Hollywood accusato di molestie e stupro dall’attrice italiana Asia Argento e da più di 100 donne, qualcosa sembra essere cambiato per sempre.