L’appiattimento dei cervelli e delle coscienze è tale che ormai l’unica cosa che si possa sperare è un’Apocalisse che metta le lancette dell’orologio a zero e ripartire, si spera, su basi migliori.
E così ecco che in Italia succede che un ministro, all’occorrenza il ministro Boccia, annuncia che si può celebrare la Messa di Natale anticipandola di qualche ora per poter rispettare il coprifuoco delle ore 22, e subito una marea insulsa di contrabbandisti della carta stampata che impropriamente chiamiamo giornalisti, fanno a gara a chi spara la cazzata più grossa.
Ecco un piccolo campionario di questa crema:
“Gesù nasce prima. Caos messa di Natale”, “Boccia sposta Natale” (Il Giornale).
“Boccia vuole stabilire quando nasce Gesù” (Libero).
“Boccia surreale: ‘Gesù può nascere due ore prima” (La Verità).
“Il caso della messa di Natale: ‘Gesù può nascere prima’ ” (Il Messaggero).
“Anticipare di qualche ora la messa di Natale: il governo tratta con la Cei – Conferenza Episcopale Italiana” (Repubblica)
Ovviamente nel disordine generalizzato di questi neuroni in caduta libera, non poteva mancare lui, Salvini: “A me non sembra normale che un ministro della Repubblica, che si dovrebbe occupare delle emergenze, proponga una nascita anticipata di Gesù Bambino e manchi di rispetto a un Paese legato profondamente ai simboli cattolici”.
2020 anni per arrivare a questo stato non è proprio un bel vedere. E non c’è bisogno di fare una lezione di storia delle religioni. No, non serve. Non serve a niente. Qui solo un Apocalisse, dicevo, risolve il problema.
Come mai questi comici del nostro tempo, non si sono stracciati le vesti quando ad aprile scorso non si è festeggiata la festa della Pasqua e con essa la Resurrezione? Che detto, tra noi, se proprio vogliamo essere pignoli, è molto più importante del Natale.
Si, certo, è sensazionale che Dio decida di farsi uomo e condividere con noi la disgrazia di doversi alzare ogni mattina e leggere certi giornali, ma che senso avrebbe avuto la sua scelta se tutto poi si fosse concluso su un patibolo, inchiodato in croce?
Per fortuna sua è risorto, a noi tocca ancora la maledizione di doverci alzare e sentire Salvini, Sallusti, Sinaldi & Co. raccontarci di come è giusto vivere il Natale.
Tutto ciò nell’Anno DOMINI 2020. Fate un po’ voi
Rocco Femia, éditeur et journaliste, a fait des études de droit en Italie puis s’est installé en France où il vit depuis 30 ans.
En 2002 a fondé le magazine RADICI qui continue de diriger.
Il a à son actif plusieurs publications et de nombreuses collaborations avec des journaux italiens et français.
Livres écrits : A cœur ouvert (1994 Nouvelle Cité éditions) Cette Italie qui m'en chante (collectif - 2005 EDITALIE ) Au cœur des racines et des hommes (collectif - 2007 EDITALIE). ITALIENS 150 ans d'émigration en France et ailleurs - 2011 EDITALIE). ITALIENS, quand les émigrés c'était nous (collectif 2013 - Mediabook livre+CD).
Il est aussi producteur de nombreux spectacles de musiques et de théâtre.