La frase proviene da una canzonetta diffusa durante il regime fascista e scritta nel 1935 da Renato Micheli: Faccetta nera. Questo il ritornello: “Faccetta nera / Bell’abissina / Aspetta e spera che già l’ora s’avvicina / Quando staremo / Vicino a te / Noi ti daremo un’altra legge e un altro re!”. L’autore scrisse il testo in occasione dell’intervento militare in Etiopia, il cui scopo era, secondo la propaganda fascista, liberare la popolazione abissina dalla schiavitù. La canzone non era razzista, ma intendeva celebrare l’unione tra africani e italiani. Lo dimostra l’ultimo verso della versione originale, in seguito censurato dal fascismo, in cui “bell’abissina” diventava “bell’italiana”.
La frase “aspetta e spera” ha assunto nel tempo un senso ironico (sottintendendo “quello che aspetti non arriverà mai”).