La iettatura ha una data (1787) e un luogo (Napoli) di nascita. Ma quali sono le sue radici e chi erano i menagrami?
“Non è poi tanto bella e porta pure iella” cantava Gino Cervi nei panni del cardinale Richelieu, riferendosi alla regina di Francia nei Tre moschettieri (1964) portati in tv dal Quartetto Cetra. In realtà all’epoca di d’Artagnan (il ‘600) si credeva più che altro al malocchio. Ma nel 1844, quando Alexandre Dumas padre inventò la saga dei moschettieri, la iella c’entrava eccome. La iettatura (la credenza che esistano persone che iettano, ovvero gettano, il malocchio a chi le incrocia) per gli storici nacque infatti a Napoli alla fine del Settecento. Intendiamoci, la credenza nel destino avverso e nel potere malefico di alcune persone è diffusa in tutti i tempi e in tutti i luoghi, ma furono gli intellettuali napoletani vissuti a cavallo tra ‘700 e ‘800 a studiare e definire per primi la ietteratura.