Dalle parole alle denunce. La procura di Torino ha accusato lo scrittore Erri De Luca “per avere istigato al sabotaggio del TAV in Val di Susa”. Il reato che gli si rinfaccia? Quello di opinione.
Per lo scrittore e intellettuale italiano gli atti contro gli impianti del TAV in Val di Susa fanno parte di una lotta civile e democratica profondamente giusta e come tali vanno compresi e giustificati. RADICI ne ha raccolto la sua reazione.
Allora qual’è il suo stato d’animo dopo questa denuncia?
Sono rimasto personalmente sorpreso, perché mi si accusa per delle cose che ho detto e non per delle cose che ho fatto. Il TAV è un’opera inutile e nociva. Lo sanno tutti che le montagne in Val di Susa sono cariche di amianto. Ma nessuno si muove in nome del dio affare. La verità è che siamo di fronte ad un sopruso. E assistiamo ormai ad uno spostamento dei rapporti di forza della democrazia.
Che fare, visto che comunque bisogna pur dare una soluzione al conflitto?
Alla fine la soluzione sarà politica. Vedrai che qualcuno dirà che si è sbagliato e si rinuncerà a questa indecente e inutile scelta. Perché in Val di Susa stiamo assistendo ad un’occupazione militare di un territorio. L’esercito e le forze di polizia recintando con reti metalliche il territorio stanno commettendo un atto abusivo. Il territorio appartiene alla gente che ha diritto a difenderlo. Questo è un sopruso nei confronti della maggioranza della popolazione. In questo senso la nostra politica, compreso il presidente Napolitano, è portavoce dell’affarismo che si nasconde dietro questo cantiere, ripeto inutile e nocivo.