Per lo scrittore napoletano le manifestazioni delle piazze di questi giorni stanno evidenziando il protagonismo di una nuova generazione che “si sta scrollando di dosso la catasta ammuffita delle gerarchie dei partiti”. E a chi accusa le Sardine di avere un programma vago, replica: “Questa gioventù ha deciso di manifestarsi prima di tutto a sé stessa. Usa la valorosa parola “inclusione”, la più efficiente risposta alla politica delle separazioni e delle esclusioni”.
“Il tonno come specie è destinata a ridursi, le sardine no”. Erri De Luca è un grande conoscitore del mare e, da scrittore, ama dilettarsi con le allegorie letterarie. L’immagine delle sardine gli è congeniale perché “si uniscono sulla superficie dell’acqua per dare le sembianze di un unico grande pesce e spaventare così il tonno”. I pesci, in effetti, stanno crescendo. Da Nord a Sud si riempiono le piazze. Il movimento chiama a sé persone non strettamente politicizzate, che però partecipano mossi da sentimenti di umanità e repulsione verso una propaganda cattiva e inquinante del vivere collettivo. Erri De Luca si sofferma sull’incredibile spontaneità e sul dato generazionale di questo movimento: “Girando per il mondo vedo una gioventù che si è messa di traverso e scende per le strade. Succede – con drammaticità diversa – da Teheran a Hong Kong al Cile. Si è diffusa una febbre civile”.