Tra la pandemia che non sembra arrestarsi, i conflitti internazionali e le notizie di cronaca e politica, quest’anno il Festival di Venezia sembra essere passato in secondo piano. Facciamo un riassunto di costa abbiamo visto e cosa vedremo nei prossimi giorni.
A presiedere la giuria c’è lei, la bellissima e talentuosa Cate Blanchett, attrice americana già insignita di un Oscar nel 2014 per Blue Jasmine come miglior attrice e nel 2005 come attrice non protagonista in The Aviator.
Con Cate Blanchett, c’è anche Tilda Swinton, premiata quest’anno con un Leone d’Oro alla carriera.
I film italiani in concorso quest’anno sono quattro (anche se nessuno di questi sembra favorito per la vittoria). Il primo, il più citato, è Miss Marx, scritto e diretto da Susanna Nicchiarelli, che racconta la storia di Eleanor Marx, sorella minore del filosofo Karl. Eleanor Marx, è una delle prime donne ad aver unito le rivendicazioni del movimento femminista (agli albori in quell’epoca) a quelle socialiste, da cui prese spunto il fratello Karl.
Altro film in lizza è Padrenostro di Claudio Noce e con Pierfrancesco Favino (vicenda autobiografica del regista, che ha assistito ad un attentato terroristico nei confronti del padre).
Emma Dante firma invece Le sorelle Macaluso, il dissacrante ritratto di vita di cinque sorelle nate e cresciute nella periferia di Palermo.
Infine c’è Notturno di Gianfranco Rosi (già vincitore del Leone d’Oro nel 2013), il film più addentro ai temi di attualità. Girato al confine tra Iraq, Kurdistan, Siria e Libano, racconta la quotidianità dietro la tragedia continua di guerre civili, attentati terroristici e dittature feroci.
Degno di nota è il fuori concorso Salvatore, Shoemaker of Dreams, un documentario di Luca Guadagnino su Salvatore Ferragamo, uno stilista di calzatura tra i più influenti del secolo scorso e che ha creato e confezionato scarpe per tutte le grandi star di Hollywood del passato, tra cui Rodolfo Valentino e Charlie Chaplin.
Difficile fare pronostici sul vincitore, ma molti analisti hanno sottolineato che a trionfare potrebbe essere una donna, complice sia la ricca presenza di talentuose registe, sia la presenza di Cate Blanchett come presidente di giuria.
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