L’Italia ha deciso: sarà Fuocoammare, docu-film di Gianfranco Rosi a rappresentare il nostro cinema nella categoria Miglior film straniero per gli Oscar 2017. Una scelta non facile per i nove membri della Commissione di Selezione chiamata a decidere, e tra questi c’era qualcuno che quell’Oscar lo ha vinto davvero: Paolo Sorrentino, vincitore nel 2014 per La grande bellezza.
Tuttavia, è stato proprio Paolo Sorrentino ad essere in disaccordo con il resto della Commissione, parlando addirittura di una « scelta masochistica ».
« Non dò giudizi sul film di Rosi, che anzi mi è piaciuto molto. Ma quando si arriverà alle short list, i votanti prenderanno il nostro documentario e lo metteranno da parte. E’ stato un segno di debolezza della cinematografia italiano »
In altre parole, per Sorrentino l’opera di Rosi è più un documentario che un film, e come tale andava inserito in un’altra categoria, permettendo all’Italia di poter candidare due opere: una come Miglior documentario e un’altra come Miglior film straniero.
I giochi sono lontani dall’essere conclusi, poiché il 24 gennaio sarà il turno dell’Accademy scegliere i 6 film (la short list di cui parlava Sorrentino) che correranno per l’Oscar, e la concorrenza sarà molto agguerrita.
Rosi si dice però ottimista, se è vero che dalla nostra parte abbiamo le parole di un’attrice che di Oscar ne ha vinti ben tre, ed è stata candidata ben 19 volte (record che nessun attore ha mai raggiunto): Meryl Streep: « Questo film può vincere l’Oscar. Farò di tutto perché sia portato negli Usa« .
Il film è girato integralmente nell’isola di Lampedusa, teatro quotidiano di sbarchi di profughi ed emigranti di ogni sponda del Mediterraneo. Lì, il medico Pietro Bartòlo (un medico vero, non un attore) è incaricato di prestare le primissime cure a tutti i migranti che sbarcano.
Gianfranco Rosi è ovviamente entusiasta della scelta, che risulta un primo passo dell’Europa per prendere coscienza del dramma delle migrazioni nel Mediterraneo:
« Il messaggio di questo film arriva forte e chiaro. Ed è necessario che io lo accompagni il più possibile nel suo viaggio, anche se i paesi in cui è stato distribuito sono più di 60 e non potrò essere presente dappertutto, ma faccio il possibile spesso al fianco del magnifico Pietro Bartolo, vero testimone di questo film. «