Se 2mila anni fa Roma diventò caput mundi, fu anche merito dei suoi ingegneri che non ne sbagliarono una.
La cloaca è maxima
È senz’altro la regina della sua categoria, la “fogna più grande” di Roma, di nome e di fatto: la Cloaca Maxima è una delle più antiche condotte fognarie dell’Urbe e la più antica del mondo ancora funzionante. Fu costruita alla fine del VI secolo a.C. pare dal terzultimo dei leggendari sette re di Roma, Tarquinio Prisco. Nata come canale a cielo aperto, serviva a raccogliere e a far rifluire nel Tevere le acque dei fiumiciattoli che scendevano dai colli e stagnavano nel fondovalle. Fu quindi una delle prime grandi opere di urbanizzazione di Roma: prosciugando l’acquitrino, rese infatti vivibile anche la zona pianeggiante dove, nei secoli successivi, si sarebbe sviluppato il centro della città.
Fu proprio per facilitare l’espansione della città che, tra il II e I secolo a.C., il canale fu interrato e dotato di una copertura. Il più grande collettore di acque bianche e nere dell’Urbe era enorme: in alcuni punti il suo diametro raggiungeva quasi 5 metri di larghezza