L’altra faccia di Chaplin aveva un nome italiano: Vincenzo Pelliccione, un abruzzese bravo nelle imitazioni, che emigrò in America in cerca di fortuna. E la trovò.
L’America lo conobbe come il Chaplin dell’Italì. Nel suo paese d’origine lo ricordano come l’emigrato audace che cercò fortuna oltreoceano. Quello che è certo è che Vincenzo Pelliccione (1893-1978), originario di Rosciolo dei Marsi in provincia dell’Aquila, era un imitatore eccezionale. Così bravo che per qualche anno riuscì a conquistare il cuore di moltissimi americani.
La sua storia, come quella di milioni d’italiani emigrati oltreoceano, iniziò con una valigia di cartone e una buona dose di audacia. Era il 1915 quando salutò i genitori, i suoi cinque fratelli e la sua città. Aveva 22 anni e l’Italia era appena entrata in guerra contro l’Impero austro-ungarico. Lui non ci pensò due volte. Rinunciò alla “carriera” di soldato e salpò su una nave di migranti: destinazione Pennsylvania, tra il Delaware e lo Stato di New York. Giunto in America lavorò nei settori più disparati – barista, facchino, lavapiatti – spostandosi continuamente alla ricerca della città migliore dove risiedere.