Sessant’anni fa, nel 1958, ebbe inizio la Dolce Vita romana. Federico Fellini interpretò meglio di chiunque altro lo spirito dell’epoca in un film, La Dolce Vita, che fece scandalo e conquistò fama mondiale. Ma fu anche l’inizio dei fotografi paparazzi. Uno di loro, The King of Paparazzi come veniva chiamato, Rino Barillari si racconta al nostro giornale RADICI.
“Impossibile essere come voi. Siete peggiori delle iene. Non rispettate niente e nessuno”. Così urlò una donna, singhiozzando, contro un paparazzo in La Dolce Vita, di Federico Fellini del 1960.
Quando il film fu presentato nella prima mondiale a Roma nel febbraio 1960, piacque così tanto che si concluse con una standing ovation di ben venti minuti. Non andò altrettanto bene a Milano. Il film non era ancora finito e molta gente cominciò a lasciare il cinema Capitol, al grido di “vergogna”, “vigliacco” e “comunista”.
Ma il successo fu eclatante al punto che i cinema venivano presi d’assalto da folle incuriosite. A Napoli, addirittura, venivano venduti biglietti falsi al mercato nero.
Il film lo conosciamo tutti a memoria. Un Marcello Mastroianni – frustrato e disilluso giornalista di gossip – nei panni di un giovane che con i suoi impeccabili abiti, capelli brillantati e un’accattivante decapottabile, si butta continuamente a capofitto nella vita notturna romana in cerca di storie sentimentali. In appartamenti di lusso, con buffet stravaganti e feste volgari dove incontra intellettuali depressi, aristocratici affettati, gente del cinema dall’ego smisurato. Il tutto dentro un’atmosfera di stanchezza esistenziale e di decadenza umana in cui una componente fondamentale sono le scappatelle erotiche dei protagonisti.
Jesper Storgaard Jensen
Laureato come traduttore dall’italiano al danese. Da 1997 lavora ed abita a Roma. Già dalla fine degli anni Ottanta segue da vicino la società e la cultura italiane, sia tramite soggiorni di lavoro e di studio a Firenze e Milano, sia attraverso lo studio dell’italiano presso l’Università Commerciale prima ad Århus e poi a Copenaghen.
Dal 1997, quale giornalista freelance, ha pubblicato diversi articoli in varie testate danesi, tra cui il settimanale Weekendavisen e il mensile Samvirke, in campi quali la politica, la cultura, i viaggi nonché il costume italiani. Recentemente ho tradotto il romanzo “Il tempo imperfetto” di Francesco Piccolo, pubblicato in Danimarca nel 2002 presso l’editore Politisk Revy.