Les pâtes de blé dur, l’ascenseur, la fourchette à quatre dents… Voici seulement quelques-unes des innombrables idées napolitaines qui ont sublimé le quotidien. En voici six, d’hier et d’aujourd’hui.
« Qui non vident, videant (coloro che non vedono, vedranno). Inizia colà, con la frase dal Vangelo secondo Giovanni incisa sul basamento del Disinganno nella Cappella Sansevero, Made in Naples, il libro dello scrittore e storicista Angelo Forgione, che racconta le grandi invenzioni partenopee dal Seicento a oggi, nell’intento di far tornare la vista a chi è miope riguardo al genio napoletano. La città natale del genio della risata (Totò) e dell’amica geniale (dei romanzi firmati Elena Ferrante) vanta una creatività proverbiale dai tempi di Goethe , che nel Viaggio in Italia del 1787 scrisse: “Trovo nel popolo napoletano la più geniale e vivace industria, non per diventare ricchi, nata per vivere senza occupazioni”. Dove per occupazioni s’intende preoccupazioni. «La genialità napoletana non consiste nell’inventare ex novo» afferma Forgione «ma nella capacità di sublimare l’esistente e donarlo al resto del mondo. Come nel caso del babà: nato in Polonia e adottato dalla Francia, con l’aggiunta di rum a Napoli divenne un’icona internazionale del cibo partenopeo».