Aujourd’hui de retour sur le devant de la scène pour leurs qualités nutritionnelles et leur faible impact environnemental, les légumineuses n’ont pas toujours eu bonne réputation, et leur consommation, en Italie comme en Europe, a fluctué au fil du temps.
Alessandra Pierini revient pour RADICI sur l’histoire de cette « carne dei poveri ».
Siamo ancora in inverno e le temperature basse invitano ad una buona zuppa, e chi dice zuppa dice legumi. Conosciuti come “la carne dei poveri”, in contrapposizione ai cibi del boom economico del secondo dopoguerra (la carne, i latticini e i formaggi), i legumi sono un cibo popolare, che in epoche passate era adatto più a combattere la fame che a stuzzicare l’appetito. Data la loro diffusione capillare nell’alimentazione dell’Italia, i ricettari della storia della gastronomia non li sottovalutano e ne riportano varie ricette e interpretazioni. La loro storia risale lontana nel tempo: dai Romani in poi fu tutto un ribollire di ricette di zuppe, soprattutto con fagioli, ceci, piselli, fave, lenticchie ma anche lupini e cicerchie, oggi molto meno utilizzati.