Proclamata dottore in Filosofia il 25 giugno 1678, Elena a 22 anni conosce greco, latino, francese, inglese e spagnolo, ed è in grado di dissertare di matematica o filosofia. Oblata benedettina, doveva essere proclamata dottore in Teologia, ma Gregorio Barbarigo, vescovo di Padova e per questo cancelliere dell’ateneo, si oppose.
Esiste un antico proverbio veneto che recita così: “Veneziani gran signori, padovani gran dottori, vicentini mangia gatti, veronesi tutti matti, trevisani pane e trippe, rovigotti tabacco e pipe…”. Secondo l’antico detto, dunque, i Padovani sono visti come “gran dottori”, come persone colte, laureate. Aldilà dell’aspetto pittoresco, sempre opinabile, bisogna riconoscere un fondo di verità a questo adagio, perché la città di Padova fin dall’epoca medievale si distingue dalle altre città venete come luogo fervente d’incontro e di scambi culturali tra studenti, intellettuali e professori provenienti da ogni parte d’Italia e d’oltralpe. È a Padova che nascerà nel 1222 un’università che si affermerà nei secoli come un polo del sapere Europeo in campo scientifico e medico. Studenti e professori illustri frequenteranno il suo Ateneo. Per citarne solo alcuni: Niccoló Copernico, Pico della Mirandola, Leon Battista Alberti, Carlo Goldoni, Ugo Foscolo e Giacomo Casanova. Lo stesso Galileo Galilei che vi insegnò matematica e fisica fino al 1610. Ma tra le tante figure maschili si staglia in tutta la sua importanza una figura femminile di primissimo piano, la sola ed unica donna in un mondo costituito prevalentemente, se non esclusivamente, da maschi: Elena Lucrezia Cornaro Piscopia (1646-1684), la prima donna ad essersi laureata al mondo.