“La mia nomina è un segnale di rinnovamento all’interno del Vaticano”. Intervista a Barbara Jatta, la prima donna direttrice dei Musei Vaticani, il museo più visitato d’Italia. RADICI l’ha incontrata per parlare di crescenti flussi di visitatori, spazi vuoti e sfide per il futuro.
La prima volta che ho dovuto parlare in pubblico, come direttrice dei Musei Vaticani, era all’inaugurazione di un’ala del museo appena riaperta. C’erano più di mille persone e mi sentivo piuttosto tesa. In queste occasioni il mio predecessore, Antonio Paolucci, era formidabile. Era assolutamente irresistibile, quasi un intrattenitore, mentre io sono molto più introversa. Ma poi mio figlio adolescente mi ha preso da parte e mi ha sussurrato: ‘Mamma, ti troverai di fronte a questa situazione molte volte in futuro. Fai un respiro profondo e buttati. Poi vedrai che il problema sarà risolto una volta per tutte’. Incredibile, ma questo semplice consiglio mi ha davvero aiutato molto”.
Barbara Jatta sorride timidamente mentre il suo ricordo indugia su questo episodio. Sta facendo visita alla Stampa Estera di Roma per raccontare il suo primo anno come direttrice di uno dei musei più antichi e prestigiosi del mondo, i Musei Vaticani. E a quanto pare, ha fatto buon uso del consiglio di suo figlio. Parla rilassata e con disinvoltura senza neanche un’ombra di tensione, davanti ad un centinaio di giornalisti stranieri.
È stata una vera sensazione la nomina, alla fine del 2016, di Barbara Jatta – storica dell’arte, esperta di Bernini, 54 anni, madre di tre figli – come nuova direttrice della più importante istituzione museale di Roma o se vogliamo essere più precisi dello Stato Vaticano. Per la prima volta una donna diventa direttore di un museo aperto al pubblico nel lontano 1771. All’inizio fu assalita da molti dubbi, perché la sfida era indubbiamente gigante. Così enorme che alcuni dei suoi amici più stretti, senza esitazione, le dissero: “Accetti davvero questo lavoro? Ma è un compito impossibile!” Un compito non facile anche per via del fatto che il suo predecessore, Antonio Paolucci, era una figura carismatica e leggendaria nel mondo culturale italiano – ex ministro della Cultura, numerosi riconoscimenti e direttore del Museo Vaticano da ben nove anni.
La carriera di Jatta è iniziata alla Biblioteca Vaticana, quando aveva 34 anni.
Jesper Storgaard Jensen
Foto: Archivio Vaticano e Jesper Storgaard Jensen
Laureato come traduttore dall’italiano al danese. Da 1997 lavora ed abita a Roma. Già dalla fine degli anni Ottanta segue da vicino la società e la cultura italiane, sia tramite soggiorni di lavoro e di studio a Firenze e Milano, sia attraverso lo studio dell’italiano presso l’Università Commerciale prima ad Århus e poi a Copenaghen.
Dal 1997, quale giornalista freelance, ha pubblicato diversi articoli in varie testate danesi, tra cui il settimanale Weekendavisen e il mensile Samvirke, in campi quali la politica, la cultura, i viaggi nonché il costume italiani. Recentemente ho tradotto il romanzo “Il tempo imperfetto” di Francesco Piccolo, pubblicato in Danimarca nel 2002 presso l’editore Politisk Revy.