L’8 dicembre scorso il papa ha inaugurato un Giubileo straordinario. Ma che cos’è un Giubileo (e perché questo è straordinario)? Ecco quali sono le origini e il significato di un evento che ha attraversato l’Occidente per sette secoli.
Nel 1343 papa Clemente VI, quarto pontefice della “cattività avignonese”, ottenne da Francia e Inghilterra una tregua nella Guerra dei Cent’anni per facilitare il viaggio dei pellegrini in arrivo a Roma per il Giubileo. Che fosse un affare serio lo si capì fin dall’inizio (il primo era stato indetto 43 anni prima, con cadenza di 100 anni).
E serio lo era già per gli antichi Ebrei, dai quali si è ereditata la parola yòbel (da cui Giubileo) e che rimanda al corno d’ariete che inaugurava “l’anno santo” ebraico in cui si rimettevano i debiti e si liberavano gli schiavi. Lo scopo del Giubileo cattolico è invece la remissione dei peccati ai fedeli che compivano il pellegrinaggio e attraversavano la Porta Santa (la prima fu quella di San Pietro).
Il Clemente avignonese è ricordato anche per aver mutato la cadenza dell’evento (non più 100, ma 50 anni). Urbano VI nel 1389 la abbassò a 33 anni (la vita di Gesù). Ma nel 1470 ci fu un altro cambio di programma: Paolo II decise che la ricorrenza sarebbe stata ogni 25 anni, “a causa della brevità della vita umana”.
Quello di papa Francesco è fuori dalla cadenza prefissata (e per questo “straordinario”, oltre che “della Misericordia”). La data non è casuale e coincide con il cinquantenario della chiusura del Concilio Vaticano II. In queste pagine, altre curiosità legate a questo evento che ha più di 700 anni di storia.
Il primo (che non fu il papa a volere)
Il primo Giubileo moderno fu indetto a furor di popolo. Non fu infatti un’idea del papa in carica, Bonifacio VIII, che si limitò a sfruttare e formalizzare il fervore con cui molta gente, allo scoccare del Capodanno del 1300, si era riunita a San Pietro sulla voce di un’indulgenza speciale. Fu allora che il papa indisse il primo Anno Santo della Chiesa cattolica, il 22 febbraio e con valore retroattivo. “La piena e intera perdonanza” era concessa a chi, pentito e confessato, avesse visitato per 30 giorni (se romano) o 15 (se pellegrino) le basiliche di San Pietro e San Paolo. A rimanere esplicitamente esclusi furono i nemici del papa, come i Colonna e Federico III d’Aragona, re di Sicilia. A ricordare quel primo Anno Santo, che si sarebbe ripetuto ogni 100 anni, fu anche Dante Alighieri, nella Divina Commedia.
Quando le indulgenze si compravano
Sotto Niccolò V venne indetto il Giubileo del 1450, con una grande novità: chi non era in grado di compiere il pellegrinaggio a Roma poteva ottenere l’indulgenza versando un’offerta. Insomma si sdoganava la possibilità di ricevere il perdono in cambio di denaro. Fu anche per questo che nel 1525 il Giubileo in corso si scontrò con i primi passi della Riforma protestante: tra le scintille che l’avevano originata, infatti, c’erano proprio le polemiche sulla concessione delle indulgenze in cambio di denaro. Nella storia della Chiesa c’erano stati anche altri modi di ottenere un’amnistia spirituale, per esempio partecipare alle Crociate. All’ormai anziano Michelangelo, nel 1550, fu invece concesso di compiere a cavallo, e non a piedi, il giro delle chiese giubilari (ottenendo perdono “doppio”).