Sapevate che sul Garda nordoccidentale si pratica da secoli l’agrumicoltura e oleicoltura più settentrionale della Terra? Sono le famose limonaie che segnano il paesaggio e che oggi sono state in gran parte riconvertite. Alcune resistono…
Sul versante bresciano del lago di Garda, tra Salò e Limone, da secoli sopravvivono le coltivazioni più settentrionali della Terra. I primi a cogliere i leggendari “pomi d’oro” del giardino delle Esperidi e a trasportarli dalla Liguria sulle sponde del Garda furono verosimilmente i frati del convento di San Francesco a Gargnano alla fine del XIII secolo, come suggeriscono i bassorilievi sui capitelli del chiostro raffiguranti gli agrumi tra pesci, fiori e uccelli. Dal XVII secolo, pescatori e barcaioli del lago – tentati da questi frutti gialli come il sole – cominciarono a improvvisarsi architetti e giardinieri, riuscendo nel miracolo di avviare l’agrumicoltura a latitudini record (l’habitat climatico del limone è tra il 40° parallelo nord e il 40° parallelo sud). Grazie all’invenzione delle limonaie, che non sono altro che delle imponenti serre che hanno scritto la storia e il paesaggio di questa porzione del lago di Garda. Le serre proteggevano così i preziosi frutti dalle gelate invernali.