Se è spesso impossibile scoprire i celati misteri del Vaticano, almeno vi sarà concesso in questo articolo di sapere cosa succede ogni giorno nelle quinte dei Musei Vaticani che vantano una delle più importanti collezioni al mondo.
Sei e un quarto del mattino, un giorno come tanti. Su quello spicchio di Roma che non appartiene alla Repubblica italiana, l’alba è sorta da poco. Una chiave brunita dal tempo riemerge dalla serratura di un antico cancello. Chi la maneggia l’ha ricevuta poco prima, con molte altre, dai gendarmi del corpo di guardia. Gli uomini in divisa lo conoscono bene, ma il protocollo prevede toni distaccati e poche confidenze: la forma qui è sostanza. Anche passare un mazzo di chiavi. Siamo infatti nello Stato della Città del Vaticano e l’uomo non è un semplice portiere, bensì un clavigero dei Musei del papa: lo attendono in tutto altre 246 porte tra cui la 401 nel Museo Clementino, i cui antichi chiavistelli si lasciano vincere solo da una seicentesca chiave di quasi mezzo chilo. Questa incombenza quotidiana è necessaria affinché i 700 dipendenti – 350 custodi, oltre al personale amministrativo, ricercatori e tanti altri – e soprattutto i circa 20mila visitatori attesi in media ogni giorno possano entrare in una delle più vaste, ricche ed antiche raccolte di opere d’arte del mondo: dai reperti dei faraoni a Van Gogh, passando per i tesori dell’arte classica e rinascimentale.
Fabbrica dell’arte. I Musei Vaticani sono una comunità di lavoro complessa e articolata, dove accoglienza e gestione del flusso di turisti si affiancano al quotidiano impegno dietro le quinte di scienziati e restauratori, impegnati a curare questo immenso patrimonio per tramandarlo alla posterità.