Sfatiamo una volta per tutte il mito dell’Italia paese sereno e spensierato. Sfortuna, malaugurio, iettatura e disgrazie sembrano essere in agguato dietro ogni angolo, altro che Belpaese! Non basterebbero mesi per preparare uno straniero ad utilizzare tutte le accortezze per evitarli. Proviamo allora a capire perché gli italiani siano così sensibili alle superstizioni. Una ragione – ci suggerisce il nostro spirito cartesiano – deve pur esserci. Una ragione – asserisce il nostro spirito romantico – non vi impedirà di crederci comunque.
Credenze più o meno popolari
Passeggiando tra le strade del centro di Napoli, le bancarelle addossate ai muri straripano di piccoli oggetti rossi a punta. Mettendoli a fuoco, vediamo che si tratta dei famosi corni napoletani, amuleti onnipresenti nella vita degli abitanti partenopei. C’è da chiedersi se in tutta Italia esista un luogo più legato alle superstizioni di Napoli, la cui sopravvivenza stessa sarebbe vincolata a quella dell’uovo di Virgilio nei sotterranei di Castel dell’Ovo. In realtà, a ben guardare, nonostante il rosso dei corni e la gestualità meridionale attirino il nostro sguardo, la penisola intera sembra regolata da abitudini e forze oscure. In effetti, dalle stradine nascoste di una città del sud italiano, possiamo anche alzare lo sguardo fino a percorrere le vie del centro di Milano o i corridoi delle università più prestigiose: i riti scaramantici non mancano, anzi!
Francesca Vinciguerra
Née en 1991 à Lanciano, Francesca Vinciguerra a récemment obtenu son diplôme en littératures française et européenne dans les universités de Turin et de Chambéry, avec un mémoire en littérature post-coloniale française. Depuis septembre 2016, elle vit à Toulouse, ville où elle a entrepris une collaboration avec la revue RADICI et a terminé un service civique avec l’association de musique baroque Ensemble baroque de Toulouse.