Lo scorso 19 ottobre, a Vaprio d’Adda (piccolo borgo in provincia di Milano) una sparatoria notturna ha provocato la morte di un 28enne rumeno che, insieme a due complici, cercava di introdursi in casa di un pensionato, Francesco Sicignano. Il pensionato, che aveva in casa una pistola calibro .38 legalmente dichiarata, ha aperto il fuoco contro uno dei ladri (disarmato) uccidendolo sul colpo e mettendo in fuga gli altri due.
Questa la cronaca dei fatti.
Per obbligo di legge, il pensionato è ora indagato per eccesso di difesa e omicidio volontario. Alla giustizia italiana il compito di valutare il delitto e di punirlo, se sarà il caso. Quello che è davvero interessante è quanto l’eco di quel colpo di pistola si sia riverberato in tutta la società in un modo per me inaspettato.

Il caso, da semplice fatto di cronaca, è diventato politico. Il primo a speculare sull’incidente è stato il presidente della regione Lombardia, il leghista Roberto Maroni. Maroni (già ministro degli Interni nell’ultimo governo Berlusconi) ha subito annunciato che la regione Lombardia metterà a disposizione un fondo di difesa per permettere al pensionato di potersi difendere in aula. Per il governatore di una delle più importanti regioni italiane, poter sparare in casa propria a chiunque non sia invitato, è perfettamente legittimo. In barba alla legge.  La solidarietà di Maroni non è caduta nel vuoto.
Nei giorni successivi, ho osservato con orrore un gran numero di persone che acclamavano il signor Sicignano : sotto la finestra della sua villetta, i suoi concittadini lo incoraggiavano a tener duro, gridando che giustizia è stata fatta, che quel colpo di pistola non ha fatto altro che liberarci dell’ennesimo criminale.

L’eurodeputato e sindaco leghista, Gianluca Buonanno, in diretta televisiva.

A rincarare la dose ci ha pensato un altro politico, per la precisione Gianluca Buonanno, eurodeputato della Lega Nord e sindaco di Varallo Sesia (Piemonte). Invitato a dare il suo parere sulla vicenda, il sindaco ha sventolato una pistola davanti alle telecamere di SkyTg 24, proprio all’ora in cui le famiglie pranzano insieme e guardano la tv.  Il suo comune, diceva Buonanno, è pronto a distribuire ai cittadini un « bonus » di 250€ per l’acquisto di un’arma da fuoco.
E’ poi intervenuta Giulia Bongiorno, ex deputata di Alleanza Nazionale ed oggi stimato avvocato penalista. Per lei, la legittima difesa è un concetto che va « ampliato »; chi viene aggredito in casa propria ha il diritto di reagire, ma rassicurandoci che « la legittima difesa, in qualsiasi forma, non può e non deve diventare mai licenza di uccidere« .
Cosa sta succedendo? L’Italia sta diventando un paese di sceriffi? Andremo tutti a spasso con la stellina d’oro e la pistola nel cinturone?

Dio ha creato gli uomini, Colt li ha resi uguali

Secondo Gunpolicy, l’ente internazionale che si occupa della diffusione delle armi da fuoco, è probabile che le armi in circolazione in Italia siano oltre 7 milioni, per 60 milioni di persone. Impossibile saperlo con certezza, dato che molte armi non vengono dichiarate.
Musica ben diversa da quella che si suona negli Stati Uniti, patria di Samuel Colt e delle Smith & Wesson, dove 88 abitanti su 100 hanno (almeno) una pistola, oggetto di culto e simbolo dell’uomo libero.
Ecco, guardiamo proprio gli Stati Uniti.
Da agosto fino ad oggi, laggiù sono morti 8 bambini tra i 2 ed i 12 anni per incidenti domestici che vedono coinvolte armi da fuoco. Una pistola lasciata magari sul comodino, pronta ad essere usata al caso qualche ladro ci entri in casa, può facilmente finire nelle mani innocenti di un bambino.

Basterà allora riporla in cassaforte, lontana da figli e nipotini.
Ma se la tengo in cassaforte come faccio ad averla pronta all’uso se qualcuno mi aggredisce?
Meglio forse tenerla a portata di mano, ma senza proiettili.
Ma…se non ci metto i proiettili, allora che me ne faccio? Se i ladri sono armati, stai pur certo che le loro armi sono cariche, e di certo sanno usarle molto meglio di me. Inoltre, il ladro non aspetterà che io prenda il caricatore e lo inserisca. Nel tempo che impiegherei a caricare la mia arma, è probabile che io e mia moglie abbiamo già un buco nella testa.

Chris Harper Mercer, responsabile della strage in Oregon

Chris Harper Mercer, responsabile della strage al college di Roesburg, in Oregon

La verità è che la diffusione di armi da fuoco non garantisce affatto la nostra sicurezza, anzi, la peggiora. Statistiche alla mano (diffuse dall’Fbi), è più facile ferire o uccidere una persona di famiglia che dissuadere un assalitore.
No, aumentare il numero di armi non è una soluzione: più armi ci sono in giro, più ci sentiamo liberi di usarle. E’ il caso di ricordare gli ultimi 5 casi di licei americani, che periodicamente diventano teatri di stragi e sparatorie, degne di un film di Quentin Tarantino. E’ davvero questo che vogliamo?

1 ottobre 2015: Umpqua community college di Roseburg, Oregon. 9 morti, 7 feriti

5 giugno 2014: Seattle Pacific University. 1 morto, 2 feriti

23 maggio 2014: campus di Santa Barbara. 6 morti, 13 feriti.

7 giugno 2013: Santa Monica, California. 5 morti

14 dicembre 2012: Sandy Hook Elementary school di Newtown. 27 morti (tra cui 20 bambini)

Giovanni Canzanella
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Rédacteur et webmaster de RADICI