“Il capo del Governo si macchiò ripetutamente durante la sua carriera di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo. Perché il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini? Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse e tornaconto personale. La maggioranza si rendeva naturalmente conto delle sue attività criminali, ma preferiva dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto. Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto. Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei. Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt’al più il leader di un partito di modesto seguito, un personaggio un po’ ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso della gente e causa del suo stile enfatico e impudico. In Italia è diventato il capo del governo. Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano. Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimo abile, e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuol rappresentare.”
No, non ci si riferisce al candidato al quale avete pensato… Il testo è stato scritto da Elsa Morante nel 1945 e parla di Mussolini.
Enzo Barnabà est né en 1944. Il a poursuivi des études de langue et littérature françaises à Naples et à Montpellier, et d’histoire à Venise et à Gênes. Il a enseigné le français et la littérature française dans différents lycées de la région de Venise et de Ligurie, et a travaillé en tant que lecteur d’italien au sein de l’université d’Aix-en-Provence. Il a également été enseignant-attaché culturel à Abidjan (Côte d’Ivoire), à Shkoder (Albanie) et à Niksic (Montenegro). Il vit aujourd’hui à Grimaldi di Ventimiglia où la Riviera italienne s'unit à la française. Pour Editalie en 2012 il a publié "Mort aux Italiens !", qui reconstitue le massacre d'Aigues-Mortes.
Autres livres par l'auteur: I Fasci siciliani a Valguarnera (Teti, 1981); Grammaire française à l’usage des Italiens (Loescher, 1994); Le ventre du Python (Éditions de l’Aube, 2007); un recueil de nouvelles,co-écrit avec Serge Latouche, Le crocodile du Bas-Congo et autres nouvelles (Aden, 2012).