Il rapporto tra cibo e seduzione, il bisogno di fare ricorso alla tavola per raccontare l’amore, pur essendo presente in tutte le letterature del mondo, diventa ancora più rilevante in una cultura come quella italiana in cui la cucina ha una chiara importanza sociale. Francesca Vinciguerra ha seguito per noi le briciole lasciate su tre sentieri letterari, svelando le pietanze della nostra cucina che hanno fatto il loro ingresso in letteratura per accompagnare la seduzione di eroi ed eroine. Un consiglio? Leggete quest’articolo a stomaco leggero e magari in compagnia di coniugi, consorti o amanti occasionali: non è escluso che possa aprirvi l’appetito.
“Nous avons dîné
très voluptueusement”,
ricorda Giacomo Casanova.
1745. In un’isola del Mediterraneo, Giacomo Casanova soffre per amore. La donna amata, devota al suo sposo e cieca di fronte ai suoi gesti, rifiuta di cedere alle lusinghe dell’innamorato. Quale strazio! Per il seduttore, non c’è altro rimedio che lasciarsi morir d’inedia, a bocca asciutta e digiuno d’amore.
Nelle avventure della voluminosa Histoire de ma vie, l’autobiografia che Casanova scrisse in vecchiaia, numerosi sono gli episodi in cui si serve del cibo come mezzo di seduzione o come metafora per raccontare le fasi dell’innamoramento.
Francesca Vinciguerra
Née en 1991 à Lanciano, Francesca Vinciguerra a récemment obtenu son diplôme en littératures française et européenne dans les universités de Turin et de Chambéry, avec un mémoire en littérature post-coloniale française. Depuis septembre 2016, elle vit à Toulouse, ville où elle a entrepris une collaboration avec la revue RADICI et a terminé un service civique avec l’association de musique baroque Ensemble baroque de Toulouse.