Era qualcosa di cui andare davvero fieri. Non c’è un solo studente napoletano che almeno una volta nella vita non avesse ammirato la installazioni futuristiche ed il Planetario della Città della Scienza di Bagnoli, vicino Napoli. In quegli enormi capannoni a pochi passi dal mare, dove un tempo viveva l’Italsider, aveva trovato spazio un patrimonio culturale immenso che oggi stento a credere sia sparito per sempre. Eppure è così; in 13 ore la Città della Scienza di Napoli è ridotta ad un mucchio di cenere. I 160 dipendenti della struttura (che già da 11 mesi non percepivano lo stipendio) hanno assistito, lacrime agli occhi, allo scenario da inferno dantesco che ha bruciato via dodicimila metri quadrati di Sapere e 20 milioni di euro in danni.
Come sia potuto succedere è per ora un mistero. L’ipotesi più verosimile è l’atto criminale, altrimenti non si spiegherebbe come in una notte fredda e senza vento l’incendio sia divampato così violento su un’area così vasta. Resta sconosciuto il perché. Un semplice « avvertimento »? Una dimostrazione di violenza fine a sé stessa? E i dispositivi anti-incendio, perché non hanno funzionato? Le telecamere di sorveglianza erano funzionanti? E’ difficile anche trovare un filo logico per tutte queste domande, tanta è la rabbia.
Per il sindaco De Magistris « Napoli è sotto attacco », e anche l’ex-sindaco Bassolino avversario politico di De Magistris ha inviato il suo messaggio di cordoglio invitando i napoletani a non puntare il dito contro l’attuale amministrazione. Sarebbe troppo facile, persino ingiusto in un momento in cui c’è bisogno dell’aiuto di tutti per ricominciare, in primis delle istituzioni regionali e provinciali.
Forse la mia città è davvero condannata a distruggere tutto quello che ha di meraviglioso, vittima di sé stessa, della sua autarchia e di quell’odioso « che ce ne fotte » che sento pronunciare troppo, troppo spesso. Noi abbiamo l’obbligo morale di non voltarci dall’altra parte e di fare qualcosa, già da subito. Vi invito ad aiutare la ricostruzione della Città della Scienza attraverso il conto corrente, intestato a
Fondazione Idis Città della Scienza
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Causale « Ricostruire Città della Scienza ».
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