Lo confermano i dati dell’ultimo rapporto Istat, che dimostrano l’uso elevato e stabile delle lingue dialettali in Italia (con disparità regionali), sia nella lingua parlata che in quella scritta.
Un Paese, 6000 lingue. Così uno dei più importanti quotidiani nazionali (la Repubblica) titolava, qualche anno fa, un’inchiesta sulle abitudini linguistiche degli italiani. Se si tratta di una cifra evidentemente esagerata, e in ogni caso difficile da calcolare con precisione, il titolo la dice comunque lunga sulla concezione che gli italiani hanno delle lingue parlate nel loro Paese. Al di là del luogo comune, infatti, la storia e la situazione linguistica attuale dell’Italia hanno pochi equivalenti in altri Paesi simili. Per molto tempo i dialetti sono stati il principale, se non l’unico, strumento di comunicazione per la maggioranza degli italiani e rappresentano tuttora una parte importante della loro cultura e identità.
Originaire de Parme (Italie) chercheur en linguistique au CNRS (laboratoire CLLE-ERSS de Toulouse, dont il est directeur adjoint depuis 2010), Fabio MONTERMINI a enseigné dans les universités de Parme, Milano Bicocca et Toulouse le Mirail.
Il s'occupe principalement de morphologie de l'italien et des autres langues romanes. Depuis quelques années, il collabore avec la revue RADICI en proposant des articles de vulgarisation linguistique mais aussi des sujets d'actualité sur la société italienne et l'émigration. Il est membre du comité de direction de l'Institut de Linguistique Française et du comité exécutif de la Société de Linguistique Italienne.